Domanda:
chi ha inventato il telefono?
anonymous
2010-02-05 07:59:39 UTC
chi ha inventato il telefono?
Nove risposte:
Carax
2010-02-05 08:05:09 UTC
Ciao!



La paternità dell'invenzione del telefono fu attribuita al fiorentino Antonio Meucci che nel 1871 dimostrò il funzionamento del suo apparecchio che chiamò telettrofono, anche se il primato spetta ad un valdostano, Innocenzo Manzetti, che riuscì a realizzare un apparecchio elettrico in grado di comunicare a distanza già negli anni cinquanta dell'Ottocento, ma senza riuscire a sviluppare ulteriormente il progetto. Manzetti battezzò la sua invenzione, basata sull'induzione elettromagnetica, "télégraphe parlant". Innocenzo Manzetti, come riportano numerose testimonianze dell'epoca (giornali italiani e internazionali che parlarono della dimostrazione pubblica del 10 luglio 1865) [1], riuscì a realizzare un apparecchio elettrico in grado di comunicare a distanza utilizzando in principio di induzione magnetica mentre il primo dispositivo di Meucci consisteva in due fili attorcigliati e stretti tra i denti. Meucci, avuta notizia dai giornali, scrisse a Manzetti parlando di idee simili. Manzetti morì a 52 anni nel 1877, tutti i suoi prodotti scientifici (bussole, barometri, termometri ed il prototipo del "téléphone") vennero ceduti dalla moglie Maria Rosa Anzola, con atto notarile del 7 febbraio 1880, a due viaggiatori americani: Max Meyer, uomo d'affari, e Horace H. Eldred che si scoprì essere direttore dei telegrafi di New York.



Nel 1860 Philipp Reis presentò una macchina per la trasmissione elettronica di suoni musicali tramite una barretta vibrante sotto l'influenza di un campo elettromagnetico. Questo dispositivo non era comunque in grado di trasmettere la voce.



Elisha Gray lo inventò indipendentemente e ne diede dimostrazione nel 1876, ma due ore prima di presentare la richiesta di brevetto, Alexander Graham Bell presentò la sua (anche se il progetto da lui proposto non funzionava). Come risultato, soprattutto negli Stati Uniti e Canada, Alexander Graham Bell viene accreditato dell'invenzione. Nel 1871 Meucci aveva presentato un brevetto provvisorio, da rinnovarsi annualmente al costo di 10 dollari, ma aveva potuto rinnovarlo solo fino al 1873, non potendosi permettere la cifra di 200 dollari per il brevetto definitivo.



L'11 giugno 2002 il Congresso degli Stati Uniti ha riconosciuto, storicamente, ad Antonio Meucci la paternità del telefono.



Le prime implementazioni del telefono erano basate sul trasporto del suono attraverso l'aria, piuttosto che tramite segnali elettrici generati dalla voce. Secondo una lettera pubblicata sulla Gazzetta di Pechino, nel 968, l'inventore cinese Kung-Foo-Whing inventò il thumtsein, che probabilmente trasportava la voce attraverso dei tubi. Anche i primi esperimenti di Meucci ed altri usavano questo sistema. Anche in Europa nell'alto medioevo, ma anche prima in epoca romana e nell'antica Grecia, esistevano sistemi analoghi.



La prima introduzione pratica del telefono in Italia ebbe luogo il 30 dicembre 1877 quando fu attivata la linea tra due apparecchi costruiti dai fratelli Gerosa che metteva in contatto una caserma dei pompieri con la stazione della tramvia di Porta Venezia. La successiva linea univa le stazioni ferroviarie di Varese e Gallarate. Nel 1879 tutti gli uffici del telegrafo di Roma furono uniti alla linea telefonica che dall'anno precedente univa Roma a Tivoli. Il primo vero servizio telefonico ebbe però inizio nel 1881 con l'attivazione della linea al signor Giovanni Uberti (il quale ebbe il numero 1) di Roma. Entro la fine dell'anno gli abbonati erano già 900.



La cornetta nacque quando un centralinista svedese ebbe l'idea di legare il microfono e il ricevitore ad un bastoncino, in modo da poter avere una mano libera.[senza fonte].



La storia delle successive invenzioni e miglioramenti del telefono elettrico comprende: il microfono con membrana piena di granuli di carbone (più tardi sostituito dal microfono electret che viene ora impiegato in quasi tutti i trasmettitori telefonici), il centralino manuale, il selettore a disco, il sistema pentaconta, la centralina telefonica automatica, la tastiera per la composizione a toni Touch Tone (DTMF), la digitalizzazione del suono tramite varie tecniche di codifica, tra cui la modulazione d'impulso (o PCM), che viene usata anche per i file .WAV e i compact disc).



I sistemi più recenti comprendono: telefonia IP, ISDN, DSL, il telefono cellulare, i telefoni cordless e i cellulari di terza generazione, che promettono di permettere il trasferimento dati ad alta velocità.



L'industria si divide in produttori di equipaggiamento per telefonia e telecomunicazioni ed operatori telefonici. Gli operatori spesso detengono un monopolio nazionale. In Italia era il caso della SIP, ora Telecom Italia.



La prima telefonata transatlantica avvenne tra New York e Londra, il 7 gennaio 1927.



Ciao! ;)

Buona giornata,

►Enryko◄
SCHUT
2014-11-13 07:21:09 UTC
E della pasta fatta in casa vogliamo parlare? Tutto un altro mondo e che soddisfazione! Certo ormai la tecnologia ci può dare una grossa mano. Io uso una impastatrice automatica della Imperia. Si chiama Presto Pasta. Precedentemente usavo la macchina a manovella a cui avevo incorporato poi il motorino, acquistato in seguito, che pero' col tempo aveva spanato la sede dell'incasto della manovella/motorino che era in plastica. Con la nuova pasta presto elettrica lavoro le sfoglie in tutta sicurezza e con grande velocita' senza il minimo sforzo. E' bella robusta e stabile quindi non ha necessita' di essere ancorata al piano di lavoro! Direi un salto di qualita'!! Se vuoi vedere il prodotto che uso è questo qua: http://j.mp/1oQ7mpi
O_o
2010-02-05 14:58:14 UTC
Antonio Meucci... dove vivi su marte???
anonymous
2010-02-05 13:35:25 UTC
Alla domanda “chi ha inventato il telefono?” oggi ogni italiano risponderebbe senza esitazione: Antonio Meucci. La questione non ha più alcun rilievo economico né alcun interesse per gli eredi, è quindi un dibattito limitato all'aspetto culturale e scientifico e proprio per questo è necessario rendere giustizia a chi ha veramente realizzato l'invenzione dell'apparecchio che, più di tutti, ha modificato le abitudini dell'uomo: Innocenzo Manzetti.



Che fosse lui il primo vero inventore del telefono lo si sostiene da sempre nella sua terra natale: la Valle d'Aosta. In questi ultimi anni le approfondite ricerche di due studiosi valdostani - Mauro Caniggia Nicolotti e Luca Poggianti - hanno contribuito a mettere un po' di ordine nell'intricata vicenda, riportando alla luce la documentazione che prova la priorità di Manzetti nell'invenzione.



Se la priorità del fiorentino Antonio Meucci nei confronti di Alexander Graham Bell è stata affermata anche dagli americani nel 2002, che dire del riconoscimento pubblico che lo stesso Meucci fece dell'invenzione di Manzetti nel 1865, cioè sei anni prima che vedesse la luce l'apparecchio telefonico di Meucci? Non è solo l'aspetto temporale a stabilire la priorità del valdostano, ma è il confronto tecnico dei due telefoni a chiarire a quale punto fossero i due inventori italiani. Mentre Manzetti nell'estate del 1865 aveva presentato al pubblico il suo telefono con cui si poteva già parlare liberamente in una rudimentale cornetta, Meucci era ancora intento a condurre esperimenti tanto che per parlare si doveva tenere tra i denti una lamella e non era ancora possibile udire parole chiare. Emblematica, quindi, l'affermazione di Meucci fatta nell'ottobre del 1865 di fronte alla notizia dell'invenzione di Manzetti che aveva nel frattempo fatto il giro del mondo: “Io non posso negare al Sig. Manzetti la sua invenzione...” “… e unendo le due idee si potrebbe più facilmente arrivare alla certezza di una cosa così importante”.



Affermazione che, oltre a riconoscere il lavoro del valdostano, implicitamente conferma che a quel tempo Meucci non era ancora arrivato “alla certezza” del suo telefono.



Non si vuole disconoscere in questa sede l'invenzione di Meucci, ma solamente ristabilire la verità temporale tra i due inventori. Manzetti e Meucci, infatti, ebbero percorsi di vita per molti versi simili, nelle loro sfortune e nello scarso riconoscimento ottenuto dal mondo scientifico.

Innocenzo Manzetti ebbe una vita travagliata, distante da quella dell'americano Bell, ricco e “sponsorizzato” dai maggiori potentati economici statunitensi.

Nato ad Aosta nel 1826 da una famiglia di commercianti piemontesi emigrati in Valle alla ricerca di maggiori fortune, Manzetti dimostrò fin da giovanissimo la sua inclinazione per le arti meccaniche e per gli studi scientifici. Riuscì a diplomarsi geometra a Torino, ma solo perché riuscì a pagarsi gli studi svolgendo ogni tipo di lavoro.



Ritornò a vivere ad Aosta, dove lavorò per tutta la sua, purtroppo breve, esistenza. Genio eclettico, amava sperimentare in ogni campo. Oltre al telefono, a lui si debbono numerose invenzioni, che attiravano non solo i concittadini, ma l'interesse del mondo scientifico dell'epoca. Il suo laboratorio era meta di curiosi e scienziati. Anche se di carattere schivo e riservato, Manzetti era però molto disponibile con chiunque. Non negava a nessuno l'ingresso nel suo laboratorio, né spiegazioni su ciò che stava creando.



Tra i suoi principali ritrovati si ricordano l'automobile a vapore (realizzata 16 anni prima di quella di Bollé, ancora ritenuta a torto la prima ufficiale vettura del genere), la macchina per la pasta (brevettata nel 1857: macchina ancora oggi usata per fare la pasta in casa) e soprattutto l'automa suonatore di flauto (una sorta di robot a grandezza naturale, che gli storici ritengono il primo motore pneumatico al mondo). E' l'opera forse più importante di Manzetti, perché è grazie ad essa che arrivò a creare il telefono. Fu infatti nel tentativo di dare la parola a distanza al suo automa che Innocenzo studiò e realizzò la trasmissione a distanza della parola per mezzo dell'elettricità.



Il problema - non secondario - del telefono di Manzetti fu il mancato brevetto. Per comprendere perché non compì mai questo passo bisogna comprendere il contesto in cui viveva.



Innanzitutto la Valle d'Aosta dell'epoca era molto diversa dal “carrefour” d'Europa quale viene ritenuta oggi. Posta al confine del nascente Regno d'Italia, la Valle veniva considerata un pessimo esempio di patriottismo, ancora schiava della lingua francese parlata dalla quasi totalità della popolazione dell'epoca (Manzetti stesso era di madrelingua francese). Poche le vie di comunicazione, del tutto assente la ferrovia (che arriverà solo nel 1886), la Valle era isolata dai contatti con l'intellighenzia italiana ed europea.



In questo disagiato contesto sociale, politico ed economico, Manzetti dovette affrontare anche condizioni e
?
2010-02-05 12:48:00 UTC
io
abc
2010-02-05 11:16:14 UTC
Antonio Meucci 1871

qui altre info:http://it.wikipedia.org/wiki/Telefono
?
2010-02-05 08:11:09 UTC
Antonio Meucci,,,...non lo sapevi??



La prossima volta comunque usa Google piuttosto che sprecare 5 punti così...
anonymous
2010-02-05 10:30:21 UTC
Non fu Meucci, ma Innocenzo Manzetti , agli inizi del 1860 !
Riccardo F
2010-02-05 09:11:50 UTC
enriko a copiato e incollato da internet,è impossibile ke lo dica tutto lui quel coso lungo!


Questo contenuto è stato originariamente pubblicato su Y! Answers, un sito di domande e risposte chiuso nel 2021.
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